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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

Le ceneri della combustione del CSS rendono il cemento dannoso per la salute. Vero o falso?

Falso. L’utilizzo del CSS nelle cementerie non produce alcun tipo di cenere da smaltire successivamente. Il processo di cottura avviene ad altissime temperature che trasformano la materia prima e il combustibile utilizzato in una nuova matrice di silicati, chiamata clinker. Il cemento che ne deriva, macinando il clinker con il gesso, risulta perfettamente conforme alle norme europee in materia, e non presenta alcuna differenza rispetto ad un cemento prodotto con combustibili fossili tradizionali (come carbone, lignite, coke di petrolio o gas naturale).

Il CSS inquina più dei combustibili fossili tradizionali?

Il CSS inquina più dei combustibili fossili tradizionali? No,  FALSO. L’utilizzo del CSS avviene ormai da anni e questo ha consentito (e consente ancora oggi), centinaia di campionamenti, di analisi e di misurazioni sulle emissioni rilevate ai camini delle cementerie, con o senza l’utilizzo dei CSS. Queste analisi dimostrano la sostanziale invariabilità del carico emissivo apportato dal CSS rispetto ai combustibili fossili tradizionali. Alcuni parametri emissivi, anzi, come ad esempio gli ossidi d’azoto e gli ossidi di zolfo, tendono a ridursi con l’utilizzo di CSS.

E' vero che i Paesi che, come l'Italia, adottano la co-combustione di CSS finiscono per non favorire la raccolta differenziata?

E' vero che i Paesi che, come l'Italia, adottano la co-combustione di CSS finiscono per non favorire la raccolta differenziata? No, è assolutamente  FALSO. Nei paesi in cui la percentuale di raccolta differenziata è più elevata, come quelli del nord Europa, il conferimento di rifiuti in discarica è minimo. In questi paesi è invece elevato il ricorso alla termovalorizzazione e alla co-combustione di CSS nei cementifici. In Europa, i Paesi che hanno incrementato la raccolta differenziata e il riciclo, hanno contestualmente incrementato anche la quota di valorizzazione energetica per tutti quei materiali non più riciclabili o non più recuperabili. Co-combustione di CSS e raccolta differenziata non sono quindi affatto in contraddizione, ma anzi complementari, in quanto la co-combustione di CSS aiuta a chiudere il ciclo della raccolta differenziata, destinando al recupero energetico la quota di materia non più recuperabile.

L’uso del CSS è in contrasto con le politiche tese a favorire la raccolta differenziata?

L’uso del CSS è in contrasto con le politiche tese a favorire la raccolta differenziata? Nulla di più  FALSO. La produzione di CSS non contrasta con la raccolta differenziata in quanto il CSS è prodotto a valle della stessa, e parte proprio dalla quota di rifiuti indifferenziati, che vengono comunque opportunamente trattati. Inoltre, per poter essere impiegato come combustibile, il CSS non deve contenere materiali come il vetro, l’alluminio o la plastica che contiene elevati valori di cloro (presenti ad esempio nel PVC), che potrebbero danneggiare prima ancora che l’ambiente, i medesimi impianti di combustione. L’utilizzo di questa frazione di rifiuti indifferenziati per produrre CSS permette quindi di ridurre al minimo la quantità di rifiuti conferiti in discarica e consente la valorizzazione di materiali non più riciclabili.

L’utilizzo dei CSS nei cementifici, è coerente con la gerarchia europea dei rifiuti?

L'utilizzo del CSS nei cementifici e nei termovalorizzatori è assolutamente coerente con la gerarchia europea dei rifiuti, e sostenere il contrario è assolutamente  FALSO.  La gerarchia dei rifiuti anzi prevede e incentiva, prima dello smaltimento in discarica e dell’incenerimento “tal quale”, proprio il recupero energetico. La Corte di Giustizia Europea ha riconosciuto che l’utilizzo di CSS come combustibile nei forni da cemento, rappresenta un’attività di recupero e non di smaltimento del rifiuto. Non solo: il recupero energetico di CSS di alta qualità nei forni da cemento, risulta energeticamente più efficiente rispetto alla termodistruzione del rifiuto tal quale nei termovalorizzatori. Inoltre, il processo non produce ceneri o scorie per cui sia necessario ricorrere allo smaltimento in discarica.

La co-combustione e il CSS sono in contrasto con i principi europei?

E' un altro dei luoghi comuni: l'utilizzo del CSS in cementifici e termovalorizzatori sarebbe in contrasto con i principi europei. Nulla di più FALSO. La produzione e l’impiego del CSS sono perfettamente in linea con le strategie dell’Unione Europea sull’economia circolare e rispettano pienamente la gerarchia dei rifiuti, sia dal punto di vista della produzione del rifiuto (e del successico recupero/riciclo) sia dal punto di vista dell’utilizzo pratico. La produzione del CSS è garantita dai seguenti passaggi a valle della raccolta differenziata e del riciclo:          Biostabilizzazione aerobica dei rifiuti, che ha lo scopo di abbattere la carica batterica e ridurre l’umidità del 20-25% (con una significativa riduzione quindi dei quantitativi di rifiuti da trattare).          Recupero di materia residuale presente nel RSU indifferenziato (soprattutto metallo e rifiuto inerte).           Rimozione del cloro organico attraverso sistemi selettivi a infrarossi (NIR).          T

Il CSS è un rifiuto travestito da combustibile?

Una delle dicerie più ricorrenti è che il CSS, il Combustibile Solido Secondario, non sia altro che un rifiuto "ribattezzato", presentato sotto mentite spoglie. Nulla di più  FALSO. Non è infatti corretto, sia dal punto di vista tecnico, che da un punto di vista strettamente pratico, definire il CSS semplicemente un "rifiuto".  Il CSS deriva infatti da una serie di trattamenti fisici e meccanici del rifiuto solido urbano indifferenziato (RSU), che avvengono a valle della raccolta differenziata. Questi trattamenti ne accrescono il valore e ne rendono possibile un impiego come combustibile per produrre cemento o energia elettrica.  Senza tali trattamenti, nessun rifiuto potrebbe essere destinato alla combustione o alla co-combustione. Si tratta quindi di un uso alternativo allo smaltimento in discarica o all’incenerimento, e sfrutta un processo di combustione comunque esistente per finalità produttive. Il D.M. n. 22 del 14 febbraio 2013 stabilisce in maniera chiara